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Gozzini, uomo del dialogo fra  cattolici e comunisti. Un incontro al Senato

Gozzini, uomo del dialogo fra cattolici e comunisti. Un incontro al Senato

ROMA-ADISTA. Verrà presentato il prossimo 8 maggio in Senato (ore 10 Sala Zuccari - Palazzo Giustiniani, via della Dogana Vecchia, 29) il libro dello storico Giambattista Sciré dedicato a Mario Gozzini (1920-1999) intellettuale e senatore "cattocomunista" (Giambattista Scrirè, L’uomo del dialogo. Mario Gozzini oltre gli steccati fra cristianesimo e comunismo, Marietti1820, Bologna 2024, pp. 276, € 26; v. Adista Notizie n. 16/24). Oltre all'autore parteciperanno, fra gli altri, lo storico Alberto Melloni e il senatore del Pd Dario Parrini, promotore dell'iniziativa. La presentazione sarà trasmessi in diretta streaming al link webtv.senato.it e sul canale YouTube del Senato.

Nato a Firenze, Gozzini si laurea in lettere, frequenta gli ambienti delle riviste culturali fiorentine come Frontespizio e intellettuali come il prete antifascista scomunicato Ernesto Buonaiuti. Negli anni ‘50 si avvicina a preti di frontiera come Mazzolari, Turoldo, Balducci, Barsotti e Bartoletti e a democristiani di sinistra come Dossetti, La Pira e Pistelli, convincendosi che la Dc è irriformabile. Intanto Roncalli, diventato papa con il nome di Giovanni XXIII, convoca il Concilio Vaticano II, su cui Gozzini scrive un libro (Concilio aperto) che ha un grande successo editoriale e “traduce” il Concilio per i non addetti ai lavori.

Iniziano a cadere gli steccati: il Pci al X congresso (1962) riconosce che la fede non è un ostacolo alla costruzione del socialismo, Togliatti a Bergamo (1963) chiama i cattolici alla collaborazione su alcuni temi, Giovanni XXIII scrive la Pacem in Terris (1963) e apre al confronto con i comunisti. Gozzini coglie i «segni dei tempi» e pubblica con Vallecchi Il dialogo alla prova (1964), libro in cui si avvicendano interventi di intellettuali cattolici e comunisti che spalanca le porte al dialogo e getta le basi per una futura collaborazione. Che si realizza, a livello politico, nel 1976, quando Gozzini, insieme ad altri cinque cattolici (fra cui Raniero La Valle) e al pastore valdese Tullio Vinay, accetta la candidatura al Senato come indipendente nel Pci. Un’operazione politica che rende manifesta la fine dell’unità politica dei cattolici nella Dc, anticipata dai «cattolici per il no» al referendum sul divorzio del 1974.

Nelle sue tre legislature nel gruppo della Sinistra indipendente (1976-1987), Gozzini sostiene alcune importanti leggi – dalla 194 sull’aborto alla 180 che chiude i manicomi – e soprattutto firma la riforma delle carceri. Sciolti la Sinistra indipendente e anche il Pci, a cui rimprovera l’abbandono della «carica utopica» e l’appiattimento sulla «civiltà occidentale», si chiude per Gozzini l’esperienza politica, ma non l’impegno per il dialogo di chi, per usare l’efficace espressione di Alfonso Comín (leader dei Cristiani per il socialismo in Spagna) è stato «cristiano nel partito e comunista nella chiesa».

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