Nessun articolo nel carrello

I Fondi all'Unrwa e le bugie del governo Meloni: un'inchiesta di

I Fondi all'Unrwa e le bugie del governo Meloni: un'inchiesta di "Altreconomia"

Ricordate l’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei profughi palestinesi, balzata agli onori della cronaca dopo le accuse mosse da Israele contro dodici suoi operatori per un presunto coinvolgimento nella barbara aggressione di Hamas del 7 ottobre? In seguito a quelle accuse, tra l’altro non corroborate da prove certe, numerosi Paesi donatori – amici di Israele – hanno tagliato i fondi all’agenzia Onu, di fatto lasciando senza benzina la più importante macchina umanitaria in sostegno alle popolazioni isolate e colpite dalla rappresaglia israeliana. Società civili e organizzazioni umanitarie di tutto il mondo, allarmate per la crisi umanitaria in corso a Gaza, si sono subito mobilitate per chiedere il ripristino dei fondi all’Unrwa.

Anche il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, ha sospeso il finanziamento all’agenzia Onu, dichiarando che avrebbe atteso che si facesse luce sullo scandalo. Ma un’inchiesta di Altreconomia – che ha consultato le carte fornite dal Ministero degli Esteri dopo un’istanza di accesso civico generalizzato – rivela che, al contrario di quanto dichiarato dalla presidente del Consiglio in Parlamento, il nostro governo «ha tagliato i fondi» «ben prima del presunto “scandalo”» di fine gennaio scorso. «Un azzeramento – commenta – che ha contribuito ad aggravare le condizioni già critiche della popolazione civile della Striscia di Gaza, stremata da oltre 200 giorni di bombardamenti e continui sfollamenti».

I dati sui fondi “stanziati”, forniti dalla Direzione generale per la Cooperazione allo Sviluppo della Farnesina, parlano chiaro. E parlano chiaro anche i dati dell’Agenzia Onu stessa sui fondi effettivamente “erogati”: 15.804.547 di dollari nel 2021 (Italia al 16° posto tra i donatori); la cifra sale a 18.033.970 di dollari nel 2022 (Italia al 14° posto); per poi crollare bruscamente a 1.466.924 di dollari nel 2023 (Italia al 47° posto). Stanziamenti a zero, infine, nel 2024.

Conclude Altreconomia che è dunque «nello scorso anno» «che c’è stato il primo grosso taglio», «a dimostrazione che il governo aveva già deciso di farlo indipendentemente dagli sviluppi di inizio 2024, quando fonti israeliane hanno confezionato un dossier contro l’Unrwa, tacciandola d’essere stata infiltrata da soggetti coinvolti a vario titolo nei fatti del 7 ottobre».

Leggi l’inchiesta sul sito di Altreconomia

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.