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Stop armi a Israele: l'appello delle organizzazioni umanitarie

Stop armi a Israele: l'appello delle organizzazioni umanitarie

In occasione della “Giornata di azione globale” promossa da intellettuali, personalità dell’arte e dello spettacolo, organizzazioni umanitarie, non governative e della società civile, tra cui Oxfam, alcuni dei Paesi principali esportatori di armi (Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Germania, Danimarca, Francia, Paesi Bassi, Spagna, Australia e Italia) sono stati attraversati da iniziative e manifestazioni che chiedono lo stop alla vendita di armi, munizioni e componenti militari che Israele potrebbe utilizzare nella strage di Gaza; un processo internazionale per quanti si sono resi responsabili delle violazioni del diritto umanitario internazionale; lo stop alla complicità dei governi amici di chi viola il diritto internazionale.

«Nonostante la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiede un cessate il fuoco immediato – spiega Paolo Pezzati (portavoce per le crisi umanitari di Oxfam Italia) – il governo israeliano continua a usare armi e munizioni esplosive in aree densamente popolate, con enormi conseguenze umanitarie per la popolazione di Gaza. Questa catastrofe deve finire al più presto, In primis cessando l’invio di ogni tipo di armamento a Israele, che viola il diritto internazionale umanitario».

Nel drammatico quadro umanitario della Striscia di Gaza il commercio di armi non è neutrale, contribuisce anzi a compromettere, spiega Pezzati, «il rispetto dei diritti umani, in particolare nella Striscia di Gaza, dove i civili subiscono violenze indicibili da oltre 6 mesi. Gli attacchi perpetrati dalle autorità israeliane, supportati anche dall’uso di armamenti – o componenti – forniti da Stati terzi, hanno provocato la perdita di oltre 34 mila vite, il 70% donne e bambini, mentre il pronunciamento della Corte Internazionale di Giustizia del 26 gennaio 2024 ha messo in luce l’esistenza di un rischio plausibile di genocidio a Gaza».

Oxfam ha lanciato una raccolta firme per chiedere agli Stati «maggiormente responsabili dell’export di armi verso Israele negli ultimi anni» – Usa, Canada, Regno Unito, Germania, Danimarca, Francia, Paesi Bassi, Spagna, Australia e Italia – di arrestare vendita di armi e complicità con le politiche israeliane. In Particolare, Oxfam Italia chiede al governo Meloni uno sforzo di trasparenza, «rendendo pubblica la lista degli armamenti e di componenti inviati ad Israele dopo il 7 ottobre 2023, relativi a licenze precedentemente approvate». «Se il Governo ha attivato i meccanismi previsti dalla legge 185/90, che regola l’export di armi italiane, si fa fatica a capire quali siano le motivazioni che impediscono di rendere pubbliche le tipologie di armamenti inviate», attacca Pezzati. «Purtroppo questo atteggiamento non fa ben sperare anche alla luce della riforma alla Legge proposta dall’attuale maggioranza, che approderà a breve alla Camera. Una modifica che mira ad aumentare la discrezionalità del Governo su come verranno prese le decisioni riguardo a vendite o divieti alle esportazioni e contemporaneamente a diminuire la trasparenza e gli strumenti di controllo a disposizione del Parlamento e della società civile».

Firma e chiedi anche tu lo stop all’invio di armamenti a Israele

La lettera di oltre 250 organizzazioni umanitarie del mondo che chiede lo stop alla vendita di armi a Israele e ai gruppi armati palestinesi

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