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Intervento militare israeliano a Rafah: per

Intervento militare israeliano a Rafah: per "Azione contro la Fame" sarà una catastrofe

L’organizzazione umanitaria internazionale “Azione contro la Fame” (ACF) – che da oltre 40 anni opera in 55 Paesi del mondo per il diritto a una vita libera dalla fame – lancia l’allarme: l’intervento militare israeliano di terra a Rafah provocherà una brusca impennata della mortalità e della fame, in un popolo già stremato dall’isolamento e dalla guerra.

Azione contro la Fame, che opera nei Territori Palestinesi Occupati da oltre 20 anni e a Gaza dal 2005, annuncia che, nonostante l’appello israeliano a fare le valige in vista dell’imminente attacco, «manterrà la sua presenza a Rafah e continuerà a lavorare per fornire aiuti umanitari alle popolazioni della Striscia di Gaza, oltre a garantire la sicurezza del suo personale».

«A seguito dell'ordine di evacuazione emesso questa mattina, ACF teme che un'eventuale offensiva di terra a Rafah provocherà migliaia di morti, aumentando notevolmente il rischio, ancora una volta, di trasferimento forzato di oltre un milione di palestinesi e impedendo in larga misura che gli aiuti salvavita raggiungano i più vulnerabili a Gaza», ha denunciato Natalia Anguera (responsabile delle operazioni di ACF per il Medio Oriente). «La gente di Gaza sta già affrontando la fame, le malattie e i traumi. Se ci sarà un'offensiva, le conseguenze saranno catastrofiche, in un momento in cui si riesce a malapena a organizzare la distribuzione dei pochi aiuti che arrivano nella Striscia».

Un operatore dell’organizzazione, appena rientrato da Gaza, ha raccontato che la popolazione riunita a Rafah, oltre un milione di persone, «ha già perso tutto: le loro case, i loro risparmi, tutto ciò che hanno costruito negli ultimi decenni». Ora vivono in condizioni disumane, allo stremo, e gli si impone di incamminarsi di nuovo, ma è ormai chiaro che «non ci sono più aree sicure dove andare».

Queste persone vivono di aiuti umanitari, che oggi entrano nella Striscia con il contagocce. L'offensiva dell’esercito via terra a Rafah, si legge nella nota di ACF, «ostacolerà notevolmente la capacità delle organizzazioni umanitarie di rispondere ai bisogni fondamentali della popolazione».

Insieme alla richiesta di «fare tutto il possibile per garantire un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli», ACF «ribadisce l’urgenza di un cessate il fuoco immediato e permanente, di un rilascio immediato degli ostaggi, di un accesso umanitario sicuro, efficace e senza ostacoli e della protezione dei civili e delle infrastrutture civili come unico modo per prevenire ulteriori catastrofi».

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