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Verso le elezioni europee: che ne è dello spirito di Ventotene?

Verso le elezioni europee: che ne è dello spirito di Ventotene?

Sul sito dei Viandanti, Giancarla Codrignani riflette, in vista delle elezioni europee, sullo spirito di Ventotene tanto indebolito che oggi, nel Vecchio Continente, la guerra non è più un tabù e le destre (anche estreme) avanzano senza sosta, insieme all’astensionismo e alla disillusione. Del Manifesto di Ventotene (1941) resta dunque poco e, scrive Codrignani, «purtroppo sembra che i più giovani non abbiano la minima idea della vitalità morale e politica di patrioti come Altiero Spinelli che, scampato al fascismo e alla seconda guerra mondiale, pazientemente attese la realizzazione, nel 1979, del primo Parlamento europeo».

A quei tempi c’era la Comunità economica europea era un’altra, non c’era l’Euro ma, sottolinea Codrignani, «le idee di Spinelli circolavano, la gente votava e, a tappe contrastate, ma effettive, l’Europa riuscì a diventare l’Unione Europea che oggi, nel 2024, stava arrivando a celebrare ottant’anni di pace. Non era mai successo».

83 anni dopo il Manifesto di Ventotene, l’Europa vede ormai conclamata una crisi di democrazia e di partecipazione, affronta guerre e riarmo, la crisi in Medio Oriente e la riconfigurazione degli equilibri geopolitici, con il protagonismo delle potenze emergenti e la crisi del multilateralismo e delle Nazioni Unite.

«In un contesto così andiamo a votare un nuovo Parlamento europeo. La depressione fa il suo effetto e per ora la sinistra (per chiarire: tutti quelli che non sono di destra, ma ci tengono a dichiararsi antifascisti) non alza la voce a sostenere i propri pericolanti diritti, distratta dai propri leader, tutti alle prese con le liste dei candidati. Il cittadino deve tuttavia capire che, se in una congiuntura economico-finanziaria ancora positiva, l’Italia vede crescere le disuguaglianze, subisce tagli micidiali alla sanità ormai privatizzata, assiste a misure di riarmo impensabili solo due anni fa all’uscita dalla pandemia, significa che la guerra sta già presentando il conto e non bisogna più farsene solo una ragione».

Continua la lettura dell’intervento di Giancarla Codrignani sul sito dei Viandanti

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