Gaza e Ucraina: sconfitti Diritto internazionale e Onu. Europa non pervenuta
Disponibile online il numero di aprile di IRIAD Review, la rivista mensile dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo (IRIAD). Su questo numero si parla di: “Israele, Iran e dintorni: la miccia è accesa” (Maurizio Simoncelli), “Sicurezza e difesa nello spazio extra-atmosferico” (Mario Gay), “Starlink di Elon Musk tra “pacifico internet” e militarizzazione dello spazio” (Alberto Canciani), “Non solo Oppenheimer: gli scienziati e la bomba atomica” (Frank N. von Hippel), “La lotta nonviolenta di israeliani e palestinesi” (Michela Bongiovanni), “La Relazione governativa 2023 sull’export di armi: un’analisi” (Matteo Mion) e “Russia/Ucraina: conferenza di pace e mediatori per modo di dire” (Erasmo Rossi).
Nel focus di apertura, Maurizio Simoncelli (direttore della rivista e vicepresidente IRIAD) affronta l’escalation bellica nella «polveriera mediorientale», che si allarga sempre più, coinvolgendo soggetti e gruppi regionali e internazionali: Hamas, palestinesi della West Bank, hazbollah libanesi, houthi yemeniti, militari europei nel Mar Rosso, siriani, iraniani, ecc.
Secondo Simoncelli c’è una novità nel panorama geopolitico: «Arabia Saudita e Giordania, in questa fase, hanno aiutato Tel Aviv a difendersi dall’attacco iraniano, aiuto che va inquadrato nella contrapposizione geopolitica tra Riad e Teheran, connotata anche da quella religiosa sunniti/sciiti. Gli accordi di Abramo, che dovevano essere conclusi tra Israele e Riad, hanno risentito degli eventi del 7 ottobre e la firma formale non è più avvenuta, ma i fatti confermano la tenuta di questo avvicinamento politico, che già si era realizzato con altri Paesi come gli Emirati o il Bahrein».
E l’Europa? Scrive Simoncelli che «permangono drammaticamente i vuoti di azione politica concreta anche in questo caso connessi alla tragica realtà dell’assenza di una sua politica estera comune». Senza politica estera comune non c’è politica di difesa comune, e dunque «l’unica opzione sembra restare quella di finanziare le industrie belliche nazionali del vecchio continente e di allinearsi alla NATO». Stessa cosa può dirsi per l’altro grande conflitto in corso, quello russo-ucraino: «Quel che emerge dai due conflitti conferma che la ricerca di una soluzione alle crisi basata sulle minacce e sulle armi è fallace e aggrava le situazioni, ampliandone le tensioni e i confini. La sicurezza condivisa e il rispetto del diritto internazionale sembrano essere, insieme all’ONU, le vittime eccellenti di questa stagione».
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